La Pieve di Stia
in Casentino, una bella valle Toscana che puoi conoscere in ogni suo dettaglio con questo sito
Italiano
LA MANO RAFFINATA DI BICCI DI LORENZO
Particolare sulla scena dell'Annunciazione nel trittico di Bicci di Lorenzo presente nella Pieve di Santa Maria Assunta a Stia in Casentino.
Bicci di Lorenzo nacque a Firenze nel 1373 (data non certa) e ivi mori nel 1452. La sua "carriera professionale", iniziata nella bottega del padre Lorenzo di Bicci, fu molto lunga, una sessantina di anni. Non si distaccò mai dallo stile gotico che gli aveva trasmesso il padre e fu imperniabile alle nuove tendenze introdotte da Masaccio negli anni Venti che anticipavano la pittura del Rinascimento e che si stavano diffondendo a Firenze. Probabilmente fu questo il motivo che Bicci di Lorenzo fu più attivo nelle chiese di provincia che in città.
Quest'opera del 1414 presente nella chiesa di Stia è la prima datata di quest'autore che si conosca. In questo particolare si può ben notare la delicatezza e l'eleganza della sua mano. Non si può parlare di un'opera giovanile perché Bicci di Lorenzo la dipinse a circa quarant'anni, ma l'artista avrà ancora tanto da esprimersi prima della sua morte giunta alla soglia degli ottanta anni mentre stava lavorando a una grande e prestigiosa commissione: la decorazione della più importante cappella della Chiesa di San Francesco di Arezzo che diverrà nota come Cappella Bacci (dal nome della ricca famiglia di mercanti che finanziò la decorazione). Di quest'ambiente Bicci di Lorenzo ultimò solo gli affreschi della volta dove dipinse gli evangelisti. Il lavorò fu poi proseguito da Piero Della Francesca, uno dei più grandi pittori del Rinascimento. Questi dipinse sulle pareti della cappella il famosissimo ciclo d'affreschi che illustrano la Storia della Vera Croce. Per vedere l'ultimo dipinto di Bicci di Lorenzo e i capolavori di Piero visita questa sezione.
Bicci di Lorenzo nacque a Firenze nel 1373 (data non certa) e ivi mori nel 1452. La sua "carriera professionale", iniziata nella bottega del padre Lorenzo di Bicci, fu molto lunga, una sessantina di anni. Non si distaccò mai dallo stile gotico che gli aveva trasmesso il padre e fu imperniabile alle nuove tendenze introdotte da Masaccio negli anni Venti che anticipavano la pittura del Rinascimento e che si stavano diffondendo a Firenze. Probabilmente fu questo il motivo che Bicci di Lorenzo fu più attivo nelle chiese di provincia che in città.
Quest'opera del 1414 presente nella chiesa di Stia è la prima datata di quest'autore che si conosca. In questo particolare si può ben notare la delicatezza e l'eleganza della sua mano. Non si può parlare di un'opera giovanile perché Bicci di Lorenzo la dipinse a circa quarant'anni, ma l'artista avrà ancora tanto da esprimersi prima della sua morte giunta alla soglia degli ottanta anni mentre stava lavorando a una grande e prestigiosa commissione: la decorazione della più importante cappella della Chiesa di San Francesco di Arezzo che diverrà nota come Cappella Bacci (dal nome della ricca famiglia di mercanti che finanziò la decorazione). Di quest'ambiente Bicci di Lorenzo ultimò solo gli affreschi della volta dove dipinse gli evangelisti. Il lavorò fu poi proseguito da Piero Della Francesca, uno dei più grandi pittori del Rinascimento. Questi dipinse sulle pareti della cappella il famosissimo ciclo d'affreschi che illustrano la Storia della Vera Croce. Per vedere l'ultimo dipinto di Bicci di Lorenzo e i capolavori di Piero visita questa sezione.