Con Guido Monaco all'Abbazia di Santa Trinita
itinerario da Pontenano all'abbazia benedettina di Santa Trinita e al Varco di Anciolina
Italiano
STRADE E LUOGHI STORICI SUL PRATOMAGNO 30
In uno spiazzo a sinistra del Fosso della Badia, a meno di cento metri dal piccolo ponte di legno, troviamo questa fossa di forma rettangolare realizzata con una muratura a secco. Che funzione poteva avere?
Qualcuno ha ipotizzato che fosse un allevamento di trote dei monaci. Visto il tipo di muro, personalmente ritengo sia qualcosa di molto più recente: una vasca per il "salto delle pecore". Ossia una vasca dove si facevano entrare questi animali per lavarli prima della tosatura. L'acqua doveva coprire più possibile la pecora, chiaramente lasciando fuori collo e testa. Osservando la fossa, l'altezza del muro è conforme a questo scopo.
Quando era possibile, per il "salto della pecora" si sfruttavano "piscine" naturali lungo i fossi e i torrenti. In questo tratto del Fosso della Badia, e anche un po' più a monte, non vi erano pozze abbastanza larghe e profonde per questo uso.
Dal XIX secolo agli anni Sessanta del Novecento quando Santa Trinita fu proprietà dei privati, non furono mai presenti grandi quantità di pecore. Se ne tenevano per il fabbisogno delle persone che vi abitavano: un po' di latte per il formaggio e lana per qualche per qualche indumento. Il luogo non è adatto alle pecore, non ci sono zone dove questi animali potessero pascolare. Nei pochi e piccoli spazi pianeggianti presenti si coltivavano cereali e patate, il resto era occupato dai boschi. D'altronde siamo sulle ripidi pendici dello stesso monte dove, qualche chilometro più in basso, si trova Capraia, un toponimo che parla chiaro: luogo da capre. Questi animali nel Novecento, periodo che questa zona appartenne ai Cassi, erano ben presenti a Badia Santa Trinita. E divenivano tantissimi in certi periodi dell'anno quando molti contadini portavano qui le loro capre a ingravidare.
In an open space to the left of the Fosso della Badia, less than a hundred meters from the small wooden bridge, we find this rectangular-shaped pit made with dry stone masonry. What function could it have?
Some have speculated that it was a monk trout farm. Given the type of wall, I personally think it is something much more recent: a basin for "il salto della pecora". That is, a tub where these animals were entered to wash them before shearing. The water had to cover the sheep as much as possible, clearly leaving the neck and head out. Looking at the pit, the height of the wall conforms to this purpose.
When possible, natural "pools" along the ditches and streams were used for "il salto della pecora". In this stretch of the Fosso della Badia, and even a little further upstream, there were no pools wide and deep enough for this use.
From the 19th century to the 1960s, when Santa Trinita was privately owned, there were never large quantities of sheep. They kept some for the needs of the people who lived there: a little milk for the cheese and wool for some clothing. The place is not suitable for sheep, there are no areas where these animals could graze. In the few small flat spaces present, cereals and potatoes were grown, the rest was occupied by woods. On the other hand, we are on the steep slopes of the same mountain where, a few kilometers lower, there is Capraia, a toponym that speaks clearly: a place for goats. In the twentieth century, when this area belonged to the Cassi, these animals were well present in Badia Santa Trinita. And they became very numerous at certain times of the year when many farmers brought their goats here to become pregnant.