Da Monte Lori a Cima Bottigliana
un itinerario in Pratomagno, il massiccio tra Casentino e Valdarno
Testi e foto di Alessandro Ferrini ©
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In Pratomagno da Monte Lori alla Spada nella Roccia e alla Cima Bottigliana.
L’itinerario nel Pratomagno qui descritto ha il suo punto di partenza nel luogo certamente più noto e frequentato nella parte sud del grande massiccio: Pian di Lavacchi, più noto come Prato di Monte Lori, 1250 metri di quota. Da qui parte anche quella che è considerata l’escursione più classica del Pratomagno: il raggiungimento della celebre croce tenendosi sul crinale della montagna, circa diciassette chilometri, andata e ritorno. Con il percorso che descriviamo, arriveremo a Cima Bottigliana, 1450 metri, neppure a metà del tragitto verso la croce. L’itinerario, però, prevede due piccoli anelli che ci faranno scoprire aspetti naturali e paesaggistici di particolare bellezza. La lunghezza del percorso è di circa nove chilometri, il suo dislivello non è duecento metri come potrebbe sembrare da quanto scritto sopra. L’escursione, infatti, segue per buona parte il crinale del massiccio che è costituito da tanti colli in successione. Il tragitto di andata avrà un dislivello positivo di circa trecentosessanta metri, quello di ritorno di centocinquanta metri. Le variazioni altimetriche sono ben distribuite sull’intero tragitto, senza tratti di particolare salita o discesa. Una passeggiata, quindi, di poco impegno fisico. A Pian di Lavacchi iniziamo a camminare sul CAI 00 attraversando il grande prato che nella bella stagione si affolla di tante persone. Entrati in una bella faggeta, dopo pochi metri incrociamo a sinistra un sentiero (poco visibile). È il CAI 49A che percorreremo al ritorno. Poco più avanti la strada inizia a salire in modo più deciso, ma non impegnativo, Dopo quindici minuti di cammino, dove la salita diventa meno impegnativa, giunge da sinistra il CAI 49 che imboccheremo al ritorno, ma descriviamo subito il suo percorso anche se è quello finale dell’itinerario qui proposto. Dopo esser passato accanto a Monte di Loro, il sentiero conduce sulla cima di una scogliera: Le Tre Punte, a 1290 metri di quota. La sezione CAI di Arezzo vi ha realizzato una palestra di roccia: la ferrata Romana Nesi. Da qui avremo uno spettacolare panorama verso sud-ovest. Vedremo il Valdarno, Arezzo, la Valdichiana. In fondo a questa, con atmosfera nitida, è visibile il Lago Trasimeno. Il Monte Amiata segna l’orizzonte. Dopo esserci goduti questo spettacolo e la suggestione dello strapiombo, si torna indietro sul CAI 49. Incontriamo un bivio, eravamo arrivati da sinistra, ora andiamo a destra entrando sul CAI 49A che in venti minuti di cammino, prima panoramico, poi dentro il bosco, ci fa tornare a Pian di Lavacchi. Abbiamo preferito descrivere subito questo sentiero perché può anche essere un breve itinerario ad anello (circa 3 chilometri) a se stante, sempre con lo stesso punto di partenza e arrivo. Riprendiamo il percorso dell’itinerario che ci eravamo proposti ripartendo dall’incrocio tra il CAI 00 e il CAI 49. Con altri cinque minuti di cammino giungiamo a una radura: siamo sulla cima di Monte Lori, 1380 metri. Da qui abbiamo una vista sul massiccio del Pratomagno fino alla croce. Il CAI 00 inizia a discendere in modo costante, alternando tratti dove passa dentro ombrose faggete ad altri in cui attraversa radure che nella bella stagione si coprono di tante varietà di fiori. Dopo circa venti minuti siamo scesi in un pianoro a 1320 metri di quota, qui troviamo un quadrivio. A sinistra parte il CAI 24 che conduce a Trappola. Il CAI 00 continua dritto. Noi andiamo sul percorso di destra che sale sul colle della Spada nella Roccia. Questo punto del Pratomagno è certamente il luogo che ci offre la maggior varietà e quantità di fiori dell’intero massiccio. Nella seconda metà di maggio buona parte di questo colle si tinge di bianco per i tantissimi narcisi che vi sbocciano. Passeggiarci significa sentirsi avvolti da un candido e profumato mantello. In cima al colle (1360 metri) si trova un cumulo di grosse pietre. Su quella più in alto è infilata una spada. L’idea non è certamente originale, però è simpatica e il luogo è diventato un punto di riferimento nel Pratomagno. Discendiamo il colle dalla parte opposta, di fronte a noi se ne presenta subito un altro. Nell’insellatura tra i due ritroviamo il CAI 00 che proviene dalla nostra sinistra e inizia a salire dirigendosi verso Cima Bottigliana. Questa vetta rientra nel nostro itinerario, ma noi utilizzeremo un’altra strada per raggiungerla. Lasciamo quindi il CAI 00 per prendere il CAI 38 che parte proprio da questo punto ed entra in un bellissimo bosco. Il nuovo sentiero ci fa percorrere un piacevole saliscendi tra stupendi faggi. Dopo dieci minuti di cammino, poco prima di un cancello, troviamo una deviazione a destra che in duecento metri di leggera discesa ci conduce in un pianoro dove si trova la Casetta del Conforto. Oggi è un rifugio per camminatori, un tempo fu un rifugio per boscaioli e pastori. Il luogo è attrezzato con tavoli, quindi può essere un buon punto sosta per riposarsi e rifocillarsi. Ritornati sul CAI 38 proseguiamo il cammino verso destra e dopo pochi metri troviamo il già citato cancello. Oltre questo il CAI 38 volta subito a destra, noi proseguiamo a dritto su una strada forestale che in trecento metri tra faggi e abeti ci conduce sul CAI 36 che proviene da Carda. Entrati su questo nuovo percorso, andremo a sinistra e in duecento metri giungiamo ad un altro pianoro dove si trova la Casetta del Teoni. Un luogo da fiaba, di quelle che ci raccontano storie di fate e gnomi. Anche questo è un rifugio e tra i maestosi faggi ci sono accoglienti tavoli. Continuiamo il cammino sul CAI 36 che passa dietro il rifugio e sale in un bosco di abeti e faggi. Nei primi duecento metri la salita è un po’ impegnativa, poi diventa molto più agevole. In circa venti minuti ci riporta sul crinale della montagna dove ritroviamo il CAI 00 che imbocchiamo a sinistra. Dopo meno di cento metri incrociamo a destra il CAI 22 che conduce a Trappola. Continuiamo sul percorso 00 che in centocinquanta metri ci porta sulla Cima Bottigliana, 1452 metri. Quassù dobbiamo fermarci per goderci un panorama a 360 gradi. Verso sud vediamo il Lago Trasimeno e, molto più vicino, la porzione di crinale del Pratomagno che abbiamo appena percorso e ci accingiamo a ripercorrere. Riprendiamo il cammino per scendere fino ai piedi del colle della Spada nella Roccia. Questa volta non ci saliremo, continueremo a seguire il CAI 00 che gli passa accanto. Dopo duecento metri pressoché pianeggianti inizieremo la contante salita, non impegnativa, che ci porta sulla cima di Monte Lori. Iniziata la discesa, non dimentichiamoci che dopo pochi metri dobbiamo imboccare, a destra, il CAI 49 che ci condurrà a conoscere la spettacolare ultima parte del nostro itinerario precedentemente descritta. Chi volesse rendere più impegnativa questa escursione allungandola di cinque chilometri e aumentando di trecento metri il dislivello attivo e passivo, può optare di partire da Anciolina poiché il percorso CAI 49 sale da questo piccolo borgo fino alle scogliere e poi prosegue per andare a immettersi sul CAI 00. Quest’ultima parte di sentiero, quasi pianeggiante, fa parte dell’itinerario in precedenza descritto. Le ultime cinque immagini della galleria fotografica, invece, mostrano alcuni tratti dei CAI 49 e 49B poco più in basso delle scogliere, così da far capire le caratteristiche di questi percorsi. Un itinerario ad anello sarebbe quello ideale. Però, mentre il CAI 49 presenta come difficoltà una ripida salita in buona parte su pietra, il 49B in certi tratti richiede di arrampicarsi tra gli scogli. Un percorso, quindi, non per tutti.