PRATOVECCHIO
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UN MONASTERO DEL XII SECOLO
Dalla parte opposta della Propositura di Pratovecchio rispetto a Via Verdi, una strada conduce all’antico Monastero delle Monache Camaldolesi. Gli Annales Camaldulenses ricordano già nel 1058 l’esistenza di un monastero di religiose nel territorio di Poppiena, ma di questo si sa praticamente niente e neanche dove potesse trovarsi. Non era certo quello delle attuali Monache Camaldolesi all’interno del cassero di Pratovecchio di cui notizie storiche precise ci dicono nascere nel 1140 per volere dei Guidi e della Badessa Sofia (figlia di Guido e Imilia, Conti di Romena) in una parte del loro Castello di Pratovecchio lungo l’Arno, con l’approvazione del priore di Camaldoli di quel momento, Azzone. Il monastero fu dedicato a San Giovanni Evangelista, così come la chiesa che venne consacrata nel 1143. Questa, in origine di chiaro stile romanico, fu oggetto di profonde trasformazioni nei primi anni del XVII secolo. La tradizione ricorda la Badessa Sofia come religiosa energica fisicamente e forte caratterialmente che al bisogno non indugiava a impugnare la spada. Le vocazioni femminili furono tante fin dai primi anni e andarono sempre aumentando così che il complesso religioso dovette ampliarsi fino a raggiungere nel corso di qualche secolo le grandi dimensioni odierne, a dispetto delle pochissime presenze di religiose negli anni Duemila. Per contratto stipulato fin dalla sua nascita, il monastero, anche se camaldolese, rimaneva proprietà dei Guidi. Tale rimase fino a che la zona non passò sotto il dominio della Repubblica Fiorentina, momento in cui i Guidi furono cacciati. Nel complesso religioso sono conservate una grande quantità di opere d’arte, purtroppo in parti a cui il pubblico non può accedere. On the opposite side of the Propositura di Pratovecchio from Via Verdi, a road leads to the ancient Monastery of the Camaldolese Nuns. The Annales Camaldulenses already remember in 1058 the existence of a monastery of nuns in the territory of Poppiena, but practically nothing is known about this and not even where it could be found. It was certainly not that of the current Camaldolese Nuns inside the Pratovecchio keep of which precise historical information tells us that they were born in 1140 at the behest of the Guidi and the Abbess Sofia (daughter of Guido and Imilia, Counts of Romena) in a part of their Castle. of Pratovecchio along the Arno, with the approval of the prior of Camaldoli of that time, Azzone. The monastery was dedicated to San Giovanni Evangelista, as well as the church which was consecrated in 1143. This, originally of clear Romanesque style, was the subject of profound transformations in the early 17th century. Tradition remembers the Abbess Sofia as a nun physically energetic and strong in character who, when needed, did not hesitate to take up the sword. Female vocations were many from the earliest years and they continued to increase so that the religious complex had to expand until it reached today's large size over the course of a few centuries, despite the very few presences of nuns in the 2000s. By contract stipulated since its birth, the monastery, even if Camaldolese, remained the property of the Guidi. This remained until the area passed under the dominion of the Florentine Republic, at which time the Guidi were driven out. A large number of works of art are preserved in the religious complex, unfortunately in parts that the public cannot access.